16 federazioni nazionali delle associazioni degli italiani all’estero, assieme al Coordinamento delle consulte regionali dell’emigrazione, hanno lanciato, lo scorso 11 giugno, il percorso di avvicinamento agli Stati Generali dell’Associazionismo di emigrazione che si svolgerà all’inizio del 2015. Esso prevede una serie di iniziative entro il prossimo autunno che, oltre ad allargare il comitato organizzatore alle federazioni più rappresentative operanti all’estero, a quelle regionali e alle associazioni della “nuova emigrazione”, consentano di analizzare la consistenza, le problematiche, le novità sorte negli ultimi anni nel movimento associativo degli italiani all’estero.

L’obiettivo è quello di ricostruire un momento di coordinamento generale della rappresentanza sociale delle nostre collettività nel mondo: sono quasi 5 milioni gli italiani all’estero e sono oltre 4.000 le associazioni censite dal Ministero degli Affari esteri. Esse, assieme a molte altre che sono nate negli ultimi anni a seguito dei nuovi flussi di emigrazione dal nostro paese, costituiscono la base di riferimento per ogni concreto intervento di tutela e di valorizzazione delle nostre comunità.

Proprio la crescita della nuova emigrazione determinata dalla crisi economica che stiamo attraversando – che ha portato negli ultimi anni centinaia di migliaia di giovani e meno giovani all’estero -, impone non solo di fotografare le realtà associative esistenti, ma di integrare la tradizionale presenza organizzata con le nuove necessità e i nuovi fabbisogni che stanno emergendo e che probabilmente si consolideranno nel prossimo decennio.

In questo senso, uno spazio significativo, all’interno degli Stati Generali, sarà riservato proprio alle nuove forme di autotutela, di mutuo soccorso, di informazione, di partecipazione sociale che si stanno sviluppando in un’ampia vacanza istituzionale.

Dopo un decennio di tagli, di drastica riduzione delle risorse per le politiche per l’emigrazione, di una progressiva assenza dello Stato, è il momento di riproporre con forza e in piena autonomia, il valore insostituibile della partecipazione sociale, dell’integrazione interculturale, dell’autotutela e del protagonismo delle comunità emigrate. Una risorsa non riducibile ad altri momenti di rappresentanza, ma piuttosto, fondamento e base di ogni possibile rappresentanza.

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