
Premesse e impegni di riflessione comune
La FAIS condivide fondamentalmente l’analisi che viene fatta nel documento. In definitiva, che noi, il movimento associativo, dobbiamo continuare a lavorare come l’abbiamo sempre fatto, perché siamo rimasti solo noi. Questa riflessione era necessaria e solleva una quantitá di quesiti che richiederanno ulteriori riflessioni.
Vorremmo quindi esprimere tre premesse:
1)- Dobbiamo cercare nel futuro di raggiungere la massima concisione e concretezza nei documenti. Noi del Nord Europa in particolare siamo abituati ormai a testi brevi ed operativi mentre i documenti provenienti dall’Italia hanno una tendenza preoccupante a riprendere ogni volta le analisi generali (sulle quali esiste giá un accordo). (Non ci riferiamo al presente documento!). I testi lunghi richiedono uno sforzo che i “vecchi” emigrati non possono fare e che i “nuovi” non hanno il tempo di fare.
2)- Le realtá delle nostre comunitá sono diversissime qualitativamente e quantitativamente. Dobbiamo prendere l’abitudine di prendere posizione solo sui problemi che ci riguardano e che conosciamo.
3)- Siamo stanchi non dell’Italocentrismo ma della “politica-italiana centrismo”. Ci interessa molto quello che avviene in Italia, ma la politica la dobbiamo fare in questo paese. E dall’Italia ci sono arrivati negli ultimi anni esempi di spreco, di corruzione e di nepotismo che ci avviliscono.
Brevissima esposizione della situazione della comunitá italiana in Svezia
Siamo certi che essa è comune a molte altre comunitá, particolarmente europee, forse solo più accentuata. La vecchia emigrazione, arrivata nel dopoguerra e negli anni sessanta e settanta, quella che ha fondato l’associazionismo in Svezia, sta ora a poco a poco scomparendo e non esiste, nelle generazioni più giovani, possibilitá di ricambio. I vecchi cercano, con grande sforzo, di mantenere viva l’attivitá e qualche associazione sopravvive ancora.
Le comunità hanno soprattutto bisogno di informazioni (è una generazione in cui non tutti sanno usare il computer per ottenerla) e di assistenza (case per anziani, soggiorni in Italia con facilitazioni anche per persone con varie disabilitá ecc.)
Per questo gruppo la minacciata di chiusura o di riduzione dei Patronati è una vera tragedia, dato che sono praticamente i soli Enti che li aiutano per quanto riguarda la pensione, i diversi problemi legali o di imposizioni, ecc ecc
La nuova emigrazione in Svezia consiste fondamentalmente in tre gruppi:
a)- Studenti
b)- Persone che vengono a lavorare qui, di solito con un alto livello di formazione, in diverse ditte, universitá, laboratori ecc
c)- Emigrati dall’Italia in cerca di lavoro (hanno circa tre mesi-sei mesi di tempo per riuscire a trovarlo). Possono essere cittadini italiani o cittadini di paesi terzi con permesso di soggiorno permanente in Italia.
Ognuno di questi gruppi ha problemi specifici, ne nominiamo solo alcuni per fare un esempio:
Gli studenti hanno bisogno di informazioni sulla societá in cui arrivano, di trovare punti di aggregazione, informazioni sulle possibilitá di restare in Svezia dopo terminati gli studi o di provare fortuna in altri paesi europei ecc.
Anche chi viene qui con un contratto di lavoro non riceve spesso l’aiuto di cui ha bisogno: per esempio, diverse informazioni (le regole per aprire un conto in banca (se non si ha il codice fiscale svedese), i rapporti con l’autoritá tributaria italiana, il mantenimento della lingua per i figli, la ricerca dell’alloggio ecc. ecc.
Il terzo gruppo è praticamente abbandonato a se stesso e non riceve aiuto né dalle autoritá italiane né da quelle svedesi.
Le persone attive nella FAIS sono un gruppo ristretto e non è molto quello che possiamo fare. Vorremmo accorciare la distanza che esiste fra la vecchia e la nuova emigrazione e un grande ruolo in questo senso ha avuto la creazione di un sito web: http://www.italienaren.com/ (anche se dobbiamo ammettere che gran parte dei lettori sono italiani che vorrebbero informazioni ed aiuto per trasferirsi in Svezia).
La nostra speranza è di attivare progetti che possano aiutarli a risolvere alcuni dei loro problemi e in questo modo riusciremo anche ad interessarli a dare un poco di appoggio al movimento associativo esistente.
Il disinteresse della “nuova” emigrazione per le elezioni dei Comites (la maggioranza non sa neppure che cosa siano) è un’ulteriore dimostrazione dell’abbandono in cui le autorità italiane hanno lasciato le nostre comunità, togliendo all’unico organo di rappresentanza democratico a nostra disposizione la possibilitá di agire, e alla fine, anche la legalitá.
Abbiamo anche ottenuto che l’Ufficio Collocamento di Stoccolma desse informazioni sul mercato del lavoro ad un gruppo di nuovi emigrati e pensiamo di continuare in questa direzione, magari anche con informazioni in lingua italiana.
Siamo anche convinti che un rapporto più stretto tra le diverse comunitá italiane, in Europa principalmente, potrebbe essere molto utile per chi cerca possibilitá di lavoro fuori d’Italia.
E siamo convinti che sarebbe molto utile scambiare informazioni e realizzare progetti comuni con le associazioni di immigrati in Europa.
In sintesi:
1)- Salvare i Patronati e fare progetti di assistenza per i vecchi emigrati
2)- Creare una banca dati per chi cerca lavoro in Europa
3)- Agire sulle autoritá italiane e dell’UE per quanto riguarda le condizioni dei lavoratori che emigrano dall’Italia in cerca di lavoro.
4)- Bisogno di informazioni più precise sui cambiamenti legislativi avvenuti in Italia che ci riguardano (per esempio: Le Regioni hanno ancora alcune responsabilitá sull’emigrazione/immigrazione? Ce lo chiediamo dato che da quella fonte ci giunge solo un silenzio fragoroso)
16 Dicembre 2014
Fais-ir (Stoccolma) – http://www.italienaren.com/